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Trento, 3 dicembre 2019
IL SALUTO DI LUCIA COPPOLA E DEI VERDI DEL TRENTINO
A SANDRO BOATO

Letto alla cerimonia funebre di giovedì 5 dicembre 2019

Sandro Boato in Consiglio provinciale

Ciao Caro Sandro, ti porto il saluto e l'abbraccio triste e commosso dei Verdi del Trentino, che sono stati per tanti anni la tua casa, quella che hai contribuito a fondare, che hai seguito, curato e sostenuto sempre con convinzione, portando il tuo contributo di competenze, saggezza, lungimiranza, civismo. Ma anche tu sei stato la nostra casa, rassicurante come un faggio di montagna, che resta forte e dignitoso anche quando, come in questi giorni dicembrini, le foglie stendono un manto marrone caldo sul terreno. Una casa a cui tutti noi abbiamo fatto ricorso, certi di avere sempre il tuo sguardo chiaro e luminoso e la tua attenzione. Abbiamo imparato tutti qualche cosa da te e ieri, nel turbinio della nostra chat, i ricordi, recenti e lontani, emergevano. Aneddoti, episodi, sprazzi di vita, non solo di politica, ci inondavano e cullavano il dolore di tutte e tutti noi. E a volte ci facevano sorridere, come l' ingenua poesia di Emma e Anna al tuo settantesimo compleanno, che tu, poeta vero, avevi accolto ringraziando e sorridendo, senza commentare. I miei primi passi nelle istituzioni, con te a fianco in Consiglio comunale a Trento.

Vicino ma mai invadente, lasciavi sperimentare, incoraggiavi, comprendevi. Solo una volta mi hai fatto notare che non stava bene che dicessi ok, la nostra lingua aveva modalità certamente più adeguate. Ne convengo e quando mi scappa, ti penso e sorrido. Ma il ricordo più bello è stato quello di Gabriella, che seguiva i lavori d'aula del Consiglio provinciale quando tu eri consigliere. Raccontava che quando tu iniziavi a parlare avveniva l'inverso di quello che spesso accade, c'è solitamente, infatti, un fuggi fuggi generale verso la buvette. Ma con te anche le persone che erano fuori entravano e tutti, avversari compresi, stavano in religioso silenzio, ascoltandoti. Perché i tuoi argomenti erano fondati e convincenti, appassionato l'eloquio, pur con le tue modalità scarne di parole inutili, mai ridondanti. Quello che serviva, detto bene. Senza autocompiacimenti e sbavature.

Caro Sandro, tu soprattutto negli ultimi tempi, parlavi con gli occhi, che erano giovani, anche la tua figura lo era e certamente il tuo cuore. In uno degli ultimi incontri all'ospedale con Fausto gli hai detto: “Esiste ancora l'incanto”. Solo i bambini e i poeti sono in grado di scorgerlo, ho pensato, tra le brutture di questo mondo e il suo cinismo che sovente ci sovrasta.

Grazie a te, te lo prometto, noi continueremo a cercare l'incanto nella bellezza, nel paesaggio, nella natura, nei giovani che lottano perché il Creato gli appartiene, così come il diritto a vivere una buona vita, nella letteratura, nell'arte di Matteo, nella danza di Giulia. Nel sorriso di Matilda e Beatrice, di Miro ed Enea. Nella loro energia e solarità, nell'abbraccio a Odilia, la dolcissima e coraggiosa Odilia, che ti ha amato con le stesse attenzioni, con la stessa cura gentile e generosa nella giovinezza  e nella maturità, nella buona e nella cattiva sorte, in salute e in malattia. Perciò tutto il dolore e la fatica, vedendovi insieme, coppia bellissima da 50 anni, sembrava lieve e sopportabile. Ecco perché, forse, ci eravamo convinti che la tua dignità e il tuo coraggio, il suo amore, ti avrebbe reso eterno.

Avete fatto insieme cose buone e importanti, in politica e nelle rispettive professioni, ma soprattutto un figlio e una figlia di cui andare fieri. Una bella storia d'amore, dentro la grande, accogliente e variegata famiglia Boato. I cinque cavalieri, i mitici fratelli Boato, che insieme, e ognuno con le sue peculiarità, hanno disegnato la forma di un paese civile, con il vostro impegno di cittadini attivi, nella buona politica, in professioni al servizio degli altri, in cultura e saperi da condividere. Ma ancor più siete, e siete stati, esempio di armonia e di fratellanza solidale, con Marco che, instancabile, un po' come fa con i Verdi, tiene tutti uniti, si occupa del benessere di tutti e della pace familiare.

Caro Sandro, quel tuo sottrarti, la tua riservatezza, il rispetto, non sono mai riusciti a nascondere la tua brillante intelligenza, sagacia e conoscenza. Duttilità nel saper spaziare dall'arte alla scienza, dalla razionalità alla fantasia, che è un po' la cifra della vostra famiglia. Ciò che davvero vi rende, ti rende, persona speciale.

Ho adorato le tue poesie ed era una festa quando arrivava a casa la busta con la tua scrittura bellissima. Lì riconoscevo l'architetto.

I tuoi versi attesi, che si leggevano velocemente e così piacevolmente, ma talmente profondi da suggerire di essere riletti e meditati. Parole come pennellate, perfette, colori e suoni della natura, ticchettio di pioggia e gatti veneziani, sciabordio di onde e maree. Commiati di gondole nere.

E sempre risuonavano lievi e si spalmavano sul cuore.

Tu avevi la bellezza dentro gli occhi, e la mitezza d'animo che andava di pari passo col rigore, dentro il cuore. Eri netto, leale, onesto nel tuo modo di essere. E' quello che noi abbiamo percepito e che ci rende orgogliosi di averti avuto per amico e compagno. Raffinato eppure semplice. Gentile sempre. Ti vogliamo bene.

Così ti penseremo e ti ricorderemo, uomo giusto, nella bella foto insieme ad Alex, provando, nel vostro comune ricordo, a continuare in ciò che è giusto.

Ciao Sandro e grazie.

Lucia e i Verdi del Trentino

 

      Lucia Coppola

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